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La dieta giapponese: quali sono i benefici

L’alimentazione è la prima forma per prendersi cura del proprio corpo, si parla da sempre degli indiscussi vantaggi della dieta mediterranea ma a concedere ancora più benefici è la dieta giapponese.

Il segreto di questa dieta è tanto semplice quanto efficace: si tratta, infatti, di un’alimentazione bilanciata con un corretto apporto di carboidrati e proteine.

Il tratto distintivo dello stile di vita di giapponese è quello di consumare pasti equilibrati ma non abbondanti per poi dedicarsi all’attività fisica, fondamentale per loro la sinergia tra le due cose.

La dieta giapponese previene diverse malattie come per altro anche la dieta mediterranea, che però pare essere surclassata da quella giapponese in termini di alimenti salutari ed equilibrio.

È emerso che la dieta giapponese riduce il rischio di cancro, diabete, malattie cardiovascolari, tumori, ictus e morbo di Parkinson.

Uno studio pubblicato sulla rivista Biology and Reproduction del Children’s Hospital Medical Centre di Cincinnati ha fatto emergere come la dieta giapponese sia particolarmente efficace per la prevenzione del tumore alla prostata grazie alla presenza della soia tra gli alimenti.

È stato sottolineato come la soia una volta digerita produca una molecola in grado di contrastare l’ormone maschile che è stato collegato al tumore prostatico.

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Com’è nata la dieta giapponese

La storia della dieta giapponese ha origini antichissime.

Si parla del periodo preistorico con i primi insediamenti neolitici giapponesi dove si hanno le prove di come l’alimentazione si basasse in maniera preponderante su vegetali, pesce e molta poca carne.

Alla fine del periodo chiamato Jomon, circa nel 300 a.C., è iniziata l’introduzione delle coltivazioni di riso in Giappone.

Un alimento che è diventato parte integrante dell’alimentazione giapponese e tratto distintivo della loro dieta.

La cucina giapponese per anni ha risentito dell’influenza della cucina cinese e questo si vede per esempio nella tradizionale zuppa di Ramen e negli spaghetti con la verdura.

Per molti anni, dopo l’avvento del buddhismo, in Giappone era proibito consumare carne, eccetto il pesce, e questo divieto permase fino alla seconda metà dell’Ottocento.

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Gli alimenti principali della cucina giapponese

La tradizione della cucina giapponese viene definita Washoku (letteralmente cibo giapponese) ed è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 2013 al fine di preservare la saggezza della dieta giapponese.

Gli alimenti principali di questa dieta sono:

  • Pesce, spesso consumato crudo: salmone, gamberi, anguilla, tonno
  • Riso bianco e riso integrale
  • Verdure: bambù, cavolo cappuccio, funghi, zenzero, carote, ravanelli
  • Soia: germogli, tofu, edamame
  • Alghe
  • Tè verde
  • Sakè

Il pesce e la soia sono ricchi di omega 3 e 6 e aiutano ad abbassare il livello del colesterolo.

A contraddistinguere la dieta giapponese non sono solo gli alimenti ma anche la modalità in cui vengono cucinati e consumati.

In Giappone si predilige, infatti, la cottura al vapore permettendo agli alimenti di mantenere le loro proprietà nutritive e consumando un pasto più leggero, digeribile e con una minore quantità di grassi.

Ogni pasto viene consumato con calma e nei giusti tempi, senza mai eccedere ed evitando ogni spreco, considerato una grave mancanza di rispetto.

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Vengono consumati molti cerali per regolarizzare l’intestino e viene data particolare importanza alla colazione, considerato il pasto più importante della giornata.

La dieta giapponese è basata sul consumo di alimenti antiossidanti, ricchi di sali minerali, poveri di grassi saturi: è un’alimentazione che oltre a prevenire malattie come ictus e tumori combatte anche l’obesità e la rende ideale per chi è sovrappeso.

Le controindicazioni

Sebbene la dieta giapponese sia ricca di qualità non è consigliata a tutti.

Essendo la salsa di soia tra i principali condimenti per la cucina giapponese, famosa per essere particolarmente salata, si sconsiglia a chi soffre di ipertensione arteriosa.

Inoltre, questa dieta è sconsigliata alle donne in gravidanza sia per la presenza di sale che potrebbe essere dannoso per la pressione del bambino sia per il consumo di pesce crudo che potrebbe portare a tossinfezione alimentare.

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