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Prana Yoga e Āyurveda: tutto quello che dobbiamo sapere

Secondo il pensiero indiano antico, il Prana è un aspetto complesso della vita umana: esso si rifereisce all’energia vitale che permea l’intero universo.

Avere un’esatta comprensione del Prana non è semplice. Dal punto di vista etimologico, Prana deriva dalla parola sanscrita pran, che vuol dire ‘respirare’.  Pertanto, con prana si vuole indicare quel soffio vitale che ci accompagna fino all’ultimo respiro, ma il Prana non è l’ossigeno, né l’aria che respiriamo.

Esso esiste sia a livello macrocosmico sia microcosmico e rappresenta il substrato di tutta la vita.

Lo scopo di molte discipline come lo Yoga, o quello di medicine naturali come l’Āyurveda, è proprio quello di mantenere il Prana, nonché la forza vitale, in uno stato ottimale per garantire l’equilibrio psicofisico. 

L’Āyurveda e lo Yoga si interfacciano diventando complementari l’una con l’altra, utilizzando metodi diversi mirano ad un solo obiettivo: mantenere il Prana in equilibrio.  

Prana Yoga: come prendersi cura di sé

In Āyurveda sono stati individuati cinque tipi di movimenti che governano le funzioni del nostro corpo e che sono controllati da Vata Dosha, elemento responsabile della nostra adattabilità.

Si possono chiamare I Cinque Vayu, ovvero “le cinque arie di Vata”.

  • Primo fra queste, ovvero colui che governa gli altri, è Prana Vayu, che significa “aria che si muove in avanti”. Riguarda tutto quello che viene dall’esterno e si muove verso l’interno, come il mangiare, il bere, il respirare, la ricezione delle impressioni sensoriali e le esperienze mentali. Questo movimento pervade ognuno dei cinque sensi ma soprattutto quello del tatto e dell’udito;
  • Udāna vāyu, che significa “aria che si muove verso l’alto”. Udāna fluisce verso l’alto dall’ombelico, attraversando i polmoni, la gola e poi il naso e sostiene la nostra voce e la nostra capacità espressiva;
  • Samāna vāyu, che significa “aria equilibrante”, è localizzata tra il diaframma e l’ombelico. Presiede la digestione ed il metabolismo. Quando il Samāna è disturbato si incorre in problemi digestivi.
  • Apāna vāyu, che vuol dire “aria che si muove verso il basso”, corrisponde al flusso di aria verso il basso ed alle funzioni escretorie. È localizzato nel colon e nella regione pelvica; in senso lato, Apāna rappresenta lo spirito di non attaccamento alle cose materiali, grazie alla sua forza di espulsione;
  • Vyāna vāyu, che significa “aria diffusa” o anche “aria che si muove verso l’esterno”, poiché il suo movimento è dal centro alla periferia. Governa la circolazione a tutti i livelli ed aiuta a distribuire l’energia estratta dal respiro e dal cibo a tutto il corpo.
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Prana Yoga: gli elementi secondari

Nel Gheraṇḍa Saṃhitā, che è uno dei principali testi di Haṭha Yoga, troviamo descritti sotto elementi di Prana, definiti secondari, che sono:

  • Nāga: che è responsabile dell’eruttazione e del singhiozzo;
  • Kūrma: che stimola il battito delle ciglia;
  • Krkara: che genera starnuti e tosse, evitando alle sostanze estranee di penetrare nell’organismo;
  • Devadatta: che induce sonno e sbadiglio;
  • Dhanañjaya: che si attiva subito dopo la morte ed è responsabile della decadenza e decomposizione del corpo. 

È di fondamentale importanza mantenere l’aspetto di Prana in stato ottimale per un buon funzionamento fisico, influenzando di conseguenza l’aspetto mentale ed emozionale.

Prana Yoga: i kośa

Lo Yoga è come l’Āyurveda: un complesso sistema filosofico considerato una scienza, perché è dimostrato come gli effetti delle sue pratiche possano influire sul nostro essere su tanti livelli.

Entrambe le filosofie riconoscono i “corpi sottili”, e lo Yoga in particolare li descrive come kośa, traducibili come “strati”, “densità”, “componenti”, “combinazioni” o “sostanze di cui si è costituiti”.
I kośa sono cinque e rappresentano aspetti delle dimensioni o aree che compongono l’essere umano:

  • Annamaya kośa, dove Anna significa “cibo”, “mangiare”, “esigenza di nutrirci di altre forme di materia”. Rappresenta il piano fisico, la dimensione materiale della personalità, la ritroviamo nei regni minerale, vegetale e animale;
  • Prāṇayāma kośa, il livello pranico o energetico: il corpo pranico che emerge dal sistema dello Yoga non è solo presenza di energia e vitalità, ma è presente nella personalità sotto forma di migliaia di nadi, flussi di energia distribuiti in tutto il corpo, ed anche in punti denominati cakra, che fanno parte del cosiddetto “campo pranico”, dove sette ne sono i principali;
  • Manomaya kośa: la componente mentale ed emozionale, dove centrale è la dimensione dell’esperienza mentale e l’interazione con l’ambiente esteriore;
  • Vijñānamaya kośa: l’aspetto psichico, astrale, dalla radice Vi “sottile” e jñāna “consapevolezza”, che diventa quindi “consapevolezza sottile”, l’esperienza e conoscenza sottile di qualcosa che va oltre la mente, in un piano extrasensoriale;
  • Ᾱnandamaya kośa: che è il Sé, la beatitudine, atman, spirito, essenza, luce, identità reale.

Prana Yoga e Āyurveda: i tre aspetti della struttura del corpo

All’interno dell’Āyurveda possiamo ricondurre queste cinque guaine ai tre aspetti della struttura del corpo, che sono Sthūla, Sūkṣma e Karaṇa.

Sthūla, letteralmente significa grossolano e indica l’aspetto fisico, comprende gli yogici annamaya kośa, manomaya kośa e prāṇāyāma kośa; Sūkṣma, l’aspetto sottile, è formato da vijñānamaya kośa ed infine Karaṇa, che comprende l’aspetto trascendentale, che ha sede in ānandamaya kośa.

È così ben visibile come sia l’Āyurveda e sia lo Yoga descrivano nei loro apparati teorici tutti i livelli dell’esistenza, da quello più sottile a quello più grossolano, e come entrambe le scienze siano anche interessate ad influire ed intervenire su questi diversi ambiti, per agire su tutto i livelli, partendo dal livello fisico e arrivando a quello più spirituale e profondo del nostro essere.

Come possiamo notare è quindi di fondamentale importanza mantenere l’aspetto di Prana in stato ottimale per un buon funzionamento fisico poiché andrà ad influenzare tutti gli altri.

Attraverso le tecniche di Prana Yoga, la respirazione, l’alimentazione, l’utilizzo di erbe e un adeguato stile di vita è possibile godere di una buona forza pranica, vitale.

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