La cervicalgia, chiamata spesso –erroneamente – “cervicale”, è un disturbo molto diffuso, che colpisce fino al 70% della popolazione adulta nel corso della vita. Si tratta di un dolore localizzato a livello delle vertebre cervicali, le prime sette vertebre a partire dall’alto, vicino alla base del cranio. Le cause sono molteplici: posture scorrette, traumi, artrosi, contratture muscolari. I principali sintomi sono dolore e rigidità del collo, cefalea, vertigini.
Parallelamente, l’ansia è un disturbo emotivo altrettanto comune, caratterizzato da tensione mentale, preoccupazioni eccessive, sensazione di nervosismo e allerta costante. È la più diffusa tra le patologie psichiatriche con una prevalenza del 15-20% nella popolazione. Oltre a sintomi mentali, l’ansia si manifesta anche con sintomi fisici come tensione muscolare, tremori, tachicardia.
Negli ultimi anni, diversi studi scientifici hanno analizzato la possibile correlazione tra questi due diffusi fenomeni. Sembra esistere un legame bidirezionale: lo stress emotivo e l’ansia possono portare a contratture muscolari che interessano anche la muscolatura cervicale; viceversa, un disturbo doloroso a tale livello può avere ripercussioni sul benessere mentale.
La cervicalgia può derivare da diverse cause e presentarsi in quadri clinici anche molto diversi. Le tipologie più comuni sono la cervicalgia di origine meccanica e quella di tipo infiammatoria. La prima deriva tipicamente da posture scorrette, movimenti bruschi o ripetitivi del collo, oppure traumi. La seconda ha invece una genesi immunitaria, con infiammazione dei tessuti molli cervicali.
In entrambi i casi, il sintomo principale e più frequente è il dolore a livello del collo e delle spalle, che spesso si irradia verso la nuca e la testa. Il dolore cervicale può essere più o meno intenso; è tipicamente aggravato dai movimenti del collo. Altri sintomi associati comuni sono rigidità muscolare, limitazione dei movimenti cervicali, formicolii, vertigini e mal di testa. Quadri severi possono causare anche nausea, disturbi dell’equilibrio e sbandamenti. Per quanto fastidiosi, questi sintomi sono raramente indice di patologie gravi.
L’ansia è una condizione di preoccupazione eccessiva, tensione nervosa e allarme immotivato, tipica di diversi disturbi psichiatrici. Dal punto di vista medico, alla base vi è uno squilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali che controllano emozioni e umore, in particolare serotonina e noradrenalina.
I sintomi più comuni a livello mentale sono: sensazione costante di tensione e nervosismo, tendenza a rimuginare e preoccuparsi eccessivamente, irritabilità, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione. Ma l’aspetto più insidioso dell’ansia sta nei suoi sintomi fisici, che possono presentarsi anche in assenza di segnali emotivi evidenti. I più frequenti sono: tensione e contratture muscolari diffuse, specialmente a spalle, collo e schiena; tremori e tic nervosi; nodi alla gola e difficoltà a deglutire; sudorazione eccessiva; tachicardia e palpitazioni; sensazione di fiato corto.
Secondo gli studi scientifici esisterebbe una relazione tra di due disturbi, anche se non sempre è possibile definire quale rappresenti la causa primaria e quale, invece, la conseguenza.
Da un lato, lo stress emotivo e l’ansia causano tensione muscolare e mantenimento prolungato di posture scorrette, che vanno a sovraccaricare la muscolatura cervicale. Ciò può determinare contratture, infiammazioni e dolore al collo.
Viceversa, un disturbo doloroso e invalidante a livello delle vertebre cervicali può avere conseguenze sul benessere mentale della persona. Questo per due motivi: innanzitutto la vicinanza anatomica con strutture cerebrali deputate alle emozioni; in secondo luogo, il dolore cronico e la ridotta mobilità possono essere essi stessi causa di ansia.
Sebbene non sempre sia facile determinare quale dei due disturbi sia quello primario e quale quello conseguente, in generale, quando a causare cervicalgia è principalmente l’ansia, i sintomi tipici sono: sensazione diffusa di tensione muscolare più che un vero e proprio dolore intenso; buona mobilità del collo; presenza di vertigini, difficoltà di concentrazione, senso di debolezza e formicolii.
Viceversa, quando è il problema cervicale ad avere ripercussioni ansiose, ci sono queste caratteristiche: dolore intenso alla cervicale, soprattutto nei movimenti; precedenti traumi al collo; peggioramento dei sintomi con il movimento; assenza di segnali di ansia se non c’è dolore.
Alla luce della chiara interazione e del circolo vizioso che si viene a creare tra questi due disturbi, gli esperti raccomandano un approccio terapeutico quanto più possibile integrato.
Innanzitutto, la gestione dello stress e della tensione nervosa attraverso tecniche di rilassamento, yoga, meditazione, tai chi, si è dimostrata efficace nel ridurre sia i sintomi ansia che il dolore cervicale associato. Anche un adeguato esercizio fisico aerobico ha effetti positivi.
Per quanto riguarda il trattamento della cervicalgia vera e propria, molto importanti sono fisioterapia e rieducazione posturale, per alleviare contratture dolorose e recuperare mobilità articolare. Utili anche massoterapia, applicazione locale di calore e, nei casi più severi, infiltrazioni antinfiammatorie.
In sintesi, gli esperti concordano sulla necessità di un approccio multimodale, che agisca in parallelo sul miglioramento della cervicalgia e della salute emotiva.
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