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Febbre nei bambini, quando preoccuparsi?

La febbre nei bambini è un fenomeno piuttosto normale: dalle classiche influenze ai raffreddori di stagione fino alle malattie esantematiche, si tratta di un fenomeno del tutto naturale, che corrisponde a una risposta del sistema immunitario.

A differenza di quanto si pensa sovente, la febbre in sé non è pericolosa, anzi è il segnale che il corpo sta reagendo correttamente all’attacco di batteri e virus. Tutto ciò, però, a condizione che la febbre non superi una certa temperatura, oltre la quale si possono avere effetti collaterali anche come le convulsioni.

Perchè viene la febbre nei bambini

La febbre di per sé non è una patologia, di conseguenza non va temuta. Essa si verifica come reazione del corpo umano a una patologia o a uno stato infettivo, a causa della quale si ha un rialzo della temperatura corporea, e rappresenta piuttosto un sintomo.

La comparsa della febbre è, dunque, una risposta fisiologica che agisce in difesa dagli agenti patogeni e infettivi. 

Il corpo umano, secondo dei complessi meccanismi, in condizioni normali mantiene la temperatura pressoché costante. Quando si parla di temperatura corporea, si parla della temperatura del sangue a livello dell’ipotalamo. Tuttavia, poiché si tratta di una misurazione non effettuabile facilmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica la temperatura corporea normale di un bambino all’interno di un range, che va tra i 36,5° e i 37,5°, quindi solo quando supera quel livello si può parlare di febbre.

C’è, però, da considerare che nel bambino le oscillazioni di temperatura sono più frequenti che nell’adulto e in particolare si registrano temperature minime tra le 4 e le 8 del mattino e massime tra le 16 e le 18 e, di conseguenza, lievi scostamenti dal range, se saltuari, non sono particolarmente indicativi di condizioni patologiche.

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Le cause della febbre nei bambini

Sia a causa dell’attività metabolica, sia a seconda delle attività fisiche svolte durante la giornata, i bambini possono subire piccole variazioni di temperatura.

Quando però il rialzo febbrile ha una durata superiore alle 2 ore o si ripete regolarmente, è probabile che si sia in presenza di una patologia o di un fenomeno infiammatorio oppure che sia una reazione per esempio a un medicinale o a un vaccino.

Le infezioni che causano la febbre nei bambini

Nella maggior parte dei casi la febbre nei bambini è causata da infezioni di tipo virale o batterico. Le infezioni respiratorie di tipo virale, come per esempio i raffreddori, sono molto frequenti soprattutto nella stagione fredda, ma anche gastroenteriti e attacchi batterici che si manifestano con otiti, mal di gola, bronchiti e polmoniti.

I bambini, soprattutto nei primi anni di vita, sono particolarmente soggetti alle infezioni in quanto il loro sistema immunitario non è ancora del tutto sviluppato, quindi è più facile, rispetto agli adulti, che si verifichino frequenti malanni di varia entità.

Ci sono, poi, malattie esantematiche tipiche dell’infanzia che spesso possono provocare rialzo febbrile, anche se per molte di queste oggi sono previsti per legge vaccini che hanno ridotto drasticamente la probabilità di contagio. Queste sono morbillo, varicella e rosolia, mentre non vengono vaccinati per scarlattina, quinta e sesta malattia, mani-piedi-bocca.

Altre cause della febbre nei bambini

In altri casi è possibile che i bambini abbiano una reazione febbrile: si tratta di effetti collaterali dovuti alle vaccinazioni o ad alcuni farmaci.

La reazione al vaccino non deve spaventare in quanto può essere di lieve entità ma provocare rialzi di temperatura anche consistenti, e non sempre si manifestano immediatamente dopo l’inoculazione del vaccino. Per esempio, il vaccino del morbillo può provocare una reazione anche parecchi giorni (da 1 a 2 settimane) dopo la somministrazione.

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Conseguenze della febbre nei bambini e metodi per alleviarle

Se in linea generale la febbre è una reazione positiva dell’organismo, è pur vero che quando supera certi livelli può avere conseguenze serie.

Nei bambini molto piccoli il rischio più frequente è quello che, a seguito di un rialzo molto elevato e repentino, si vada incontro a convulsioni febbrili.

Si tratta di crisi durante le quali il bambino va incontro a una serie di manifestazioni che possono presentarsi simultaneamente o in alternativa. In genere possono essere scosse agli arti, perdita di coscienza, rilassamento della muscolatura, rotazione degli occhi e perdita dell’urina. 

Sebbene non siano ancora del tutto conosciute le cause delle convulsioni febbrili, si pensa che possa esserci una predisposizione genetica. In ogni caso, sebbene colpiscano circa 2-5% dei bambini fino a 6 anni, tendono a diminuire con la crescita fino a scomparire.

Un’altra conseguenza della febbre alta può essere la disidratazione, soprattutto quando l’episodio febbrile accompagna sintomi come vomito o diarrea o quando il bambino non assume sufficienti liquidi.

Per evitare queste situazioni, si può diminuire la temperatura corporea con applicando panni bagnati e freschi sulla pelle, in particolare sulla fronte, sugli avambracci e sui polpacci. Se la febbre è molto alta, si possono fare anche dei bagni tenendo l’acqua a una temperatura di poco inferiore a quella del bambino.

Seguendo le prescrizioni mediche si possono poi somministrare dei farmaci antipiretici come paracetamolo e ibuprofene.   

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