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Psicoterapia Cognitivo Comportamentale In Menopausa - Salus Blog
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I vantaggi della psicoterapia cognitivo-comportamentale in menopausa

I sintomi della menopausa non sono soltanto fisici. Quando si apre la fase non fertile della vita della donna, infatti, si ha a che fare anche con manifestazioni che coinvolgono l’umore e la mente e che vanno dall’irritabilità, all’insonnia, fino a veri e propri quadri patologici come la depressione.

Si tratta di sintomi che, a ragione, possono essere definiti come destabilizzanti.

Certo, ci si può aiutare lavorando sullo stile di vita o informandosi, per esempio, sui rimedi naturali per l’insonnia in menopausa, problema causato dagli sbalzi ormonali e che può essere gestito meglio con alleate preziose come la passiflora, l’escolzia e la melissa.

Così facendo, si migliora senza dubbio un aspetto della salute legato al benessere mentale che ha un impatto profondo anche su quello fisico, aumentando il rischio, quando presente, di eventi avversi come gli infarti e creando un circolo vizioso di peggioramento dell’umore.

Per andare in profondità ed entrare in vero contatto con la nuova se stessa, è necessario fare un passo ulteriore e valutare la psicoterapia.

Tra i vari orientamenti esistenti, quello cognitivo-comportamentale è in grado di fare la differenza e la scienza lo ha recentemente dimostrato.

L’impatto positivo della terapia cognitivo-comportamentale sulla qualità di vita in menopausa

A dimostrare quanto la terapia cognitivo comportamentale possa rappresentare un’alleata preziosa ai fini del miglioramento della qualità della vita delle donne in menopausa ci ha pensato un team attivo presso lo University College di Londra.

Questi studiosi hanno firmato una metanalisi, pubblicata a inizio 2024 sulle pagine della rivista Journal of Affective Disorders, che ha preso in considerazione 30 studi condotti in 14 diversi Paesi.

I lavori scientifici in questione si sono soffermati sulle diverse tecniche psicologiche utilizzabili nel trattamento dei disagi interiori delle donne in menopausa.

Entrando nel vivo del materiale preso in esame dagli esperti, ricordiamo che dieci studi erano incentrati sugli effetti della terapia cognitivo-comportamentale, nove sull’efficacia della Mindfulness e i restanti su ACT, coaching e counselling di gruppo.

I risultati, relativi alla situazione di 3501 donne, hanno messo in primo piano un ruolo centrale della terapia cognitivo-comportamentale.

Questa tecnica, nota anche come psicoterapia breve, si basa sia sulla maturazione della consapevolezza di quanto sta accadendo nel presente, sia sull’adozione di espedienti pratici per affrontare il tutto al meglio sotto diversi punti di vista, anche quello pratico.

I dati degli studi, che arrivano fino ad agosto 2023, hanno evidenziato la capacità degli interventi con la terapia cognitivo-comportamentale di contribuire al miglioramento dei sintomi di ansia e depressione.

Interessante è notare come, rispetto ad altri approcci, in primis la Mindfulness, la terapia cognitivo-comportamentale sia stata associata a un numero di ore pressoché ridotto, attorno alle 11.

Questo rappresenta un vantaggio ulteriore, in quanto implica un minor impegno economico per la donna.

Per amor di precisione, è il caso di sottolineare che questa metanalisi, molto interessante in quanto coinvolge un momento della vita della donna maggiormente sotto i riflettori rispetto al passato, ma ancora ammantato da diversi tabù, ha due limiti importanti.

Il primo riguarda l’assenza di dati relativi al momento della menopausa in cui si trovavano le donne coinvolte. Il secondo, invece, è relativo alle informazioni, non presenti, sugli effetti a lungo termine dei suddetti interventi.

I risultati ottenuti confermano, in ogni caso, diverse linee guida scientifiche internazionali elaborate negli ultimi anni, che parlano della validità dell’associazione fra terapia ormonale sostitutiva e psicoterapia con metodo cognitivo-comportamentale.

Quest’ultima, a detta degli autori, deve essere presa in considerazione nel momento in cui i sintomi relativi all’umore e al benessere interiore diventano talmente intensi da compromettere la qualità della vita quotidiana.

Ricordando che, ovviamente, sono necessari altri dati per completare il quadro, non si può non guardare con favore a questo lavoro scientifico, che si inserisce in un filone di eventi e impegno della ricerca incentrato sulla normalizzazione dei cambiamenti della terza età nella donna e sul focus costante sul benessere.

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