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Cistite: allarme antibiotico-resistenza

La cistite è una delle situazioni mediche più fastidiose e complesse da affrontare,  insorge spesso e volentieri durante le vacanze estive. Se questo disturbo non viene curato e affrontato in modo serio e appropriato, può rappresentare un importante pericolo per la salute.

Ricorrere sempre ai farmaci può creare complicazioni. L’abuso di antibiotici provoca l’antibiotico-resistenza, pertanto i medici consigliano di utilizzarli solo in caso di bisogno per evitare che nel lungo termine i principi attivi non facciano l’effetto desiderato e allo stesso tempo per scongiurarne gli effetti collaterali. Quindi, considerando gli effetti benefici, come riportato su Dimann, uno dei principali siti di settore, il mannosio viene somministrato per la cistite quando questa si presenta in forma lieve e soprattutto come soluzione preventiva.

Come si può riconoscere la cistite

È un’infezione che può emergere in modo acuto, subacuto e cronico.  Le manifestazioni possono variare, esistono diversi tipi di cistite. Spesso e volentieri, la tipologia più sintomatica è quella acuta. I sintomi più comuni sono rappresentati dal dolore alla minzione, un continuo stimolo ad urinare che si manifesta in modo piuttosto urgente e doloroso. Nei casi di maggiore gravità, l’infezione provoca attacchi febbrili e urine con tracce di sangue.

Come proteggere la pelle del neonato

Per proteggere la pelle del neonato è opportuno prendersene cura, scegliendo una serie di buone pratiche che ne tutelano la salute.

Quali sono i fattori che scatenano la cistite

In realtà, questa infiammazione deriva da una molteplicità di fattori. Può derivare da un processo infettivo di natura primaria oppure rappresentare il frutto di comorbidità scatenanti, come ad esempio obesità, colon irritabile e infezioni vaginali che insorgono con una certa ricorrenza. A incidere possono essere anche delle malattie ginecologiche, come nel caso del prolasso uterino oppure la vescica neurologica.

Non solo, dal momento che la cistite può derivare anche per via di abitudini sbagliate, come ad esempio il fatto di non bere sufficientemente acqua, il fatto di avere plurimi rapporti sessuali ravvicinati, o l’impiego costante e frequente di prodotti farmacologici. Di conseguenza, l’adozione di comportamenti di carattere preventivo permette di evitare l’irritazione della mucosa della vescica. Quindi, ogni giorno, è consigliato bere almeno un litro e mezzo di acqua e non ritardare la minzione ogni volta che si deve assecondare lo stimolo. Si suggerisce anche di urinare sempre in seguito a una prestazione sessuale.

Le cure sbagliate in troppi casi

In più e più occasioni, è stato messo in evidenza come la cistite, presa in considerazione come una vera e propria infiammazione alla vescica, a prescindere che sia di natura infettiva o meno, può essere considerata come uno di quei disturbi che necessitano di un parere medico continuo, ma è anche una di quelle patologie che, purtroppo, si pensa di poter risolvere in totale autonomia e spesso viene trascurata, portando a conseguenze peggiori.

È sbagliato e fuori luogo scegliere il trattamento da sole, non conoscendo l’efficacia del principio attivo e gli effetti collaterali dei farmaci, è possibile favorire l’insorgenza di altre patologie. Per esempio, prima di assumere la fosfomicina, che tante donne utilizzano al primo sintomo, ignorando che si tratti di un antibiotico a tutti gli effetti, è fondamentale svolgere una serie di appositi esami, come ad esempio l’urinocoltura. Inoltre, considerando che nel 40% delle cistiti è stato rilevato un impiego del tutto sbagliato di farmaci antibiotici che causa una minore efficacia dei farmaci e porta a  problematiche di antibioticoresistenza. Di conseguenza, prima di intraprendere una cura, è una buona consuetudine chiedere il parere a più specialisti.

Insomma, le donne che si trovano ad affrontare questo disturbo devono fare molta attenzione e riconoscere le fake news, prestare molta cura quando scelgono i rimedi casalinghi o l’automedicamento. Sicuramente, è meglio chiedere un consulto a un professionista sanitario specializzato, purché identifichi il trattamento migliore da seguire, non che prescriva antibiotici con superficialità.

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