Si parla di svezzamento naturale di un bambino quando il passaggio dall’allattamento ad un’alimentazione gradualmente completa avviene con una modalità relativamente libera, senza seguire uno schema predefinito ma offrendo al piccolo la possibilità di assaggiare nuovi cibi in base alle sue preferenze e alla sua curiosità personale.
In genere, lo svezzamento di un bimbo avviene sulla base delle istruzioni impartite dal pediatra, passando dapprima agli alimenti e ai prodotti specifici per la prima infanzia, quali possono essere pappe, omogeneizzati, succhi di frutta, biscotti, latte arricchito e così via, per poi introdurre, nel corso del tempo, tutti gli altri cibi.
Diversamente, nello svezzamento naturale, si preferisce abituare il bimbo agli stessi cibi preparati per tutta la famiglia, esortandolo a sperimentare nuovi sapori e, nello stesso tempo, educandolo ad una corretta alimentazione. È chiaro che il passaggio avviene comunque sotto la guida dei genitori e con la consulenza di un pediatra, prestando attenzione che gli alimenti siano preparati con ingredienti semplici e naturali, in maniera tale da rispettare le necessità nutrizionali del piccolo e tutelare la sua salute.
Lo svezzamento naturale riduce, come si è detto, l’uso degli alimenti confezionati per l’infanzia a favore di una maggiore libertà da parte del bimbo di gustare i cibi consumati normalmente dalla famiglia. Tuttavia, anche per chi ha scelto questa modalità di svezzamento, è importante tenere conto di due elementi:
Esclusi casi particolari, ad esempio allergie o intolleranze alimentari, lo svezzamento naturale per un bimbo, soprattutto se goloso, può essere molto piacevole, oltre a costituire per la mamma una scelta semplice e pratica. Per ottenere il miglior risultato da questo tipo di percorso, è importante seguire alcuni semplici accorgimenti:
Il bimbo non deve mai essere forzato a lasciare il piatto vuoto. Al contrario, è importante seguire le sue richieste e capire i suoi gusti: svezzarlo non significa farlo mangiare esageratamente, ma se mai introdurlo ad un’alimentazione varia e corretta.
Variare spesso l’alimentazione, assecondare la curiosità naturale del piccolo verso i sapori nuovi e fare in modo che resti a tavola con la famiglia, significa educarlo non solo alla necessità di nutrirsi ma anche al piacere del cibo e a vivere il pasto come un momento di incontro e di condivisione.
Molto spesso si tende a far giocare il bambino e distrarlo per fare sì che finisca il piatto rapidamente, senza però abituarsi ad apprezzarne l’aroma e il gusto, né a vivere il momento in cui la famiglia si ritrova a tavola.
Oggi sono sempre più numerose le famiglie che scelgono di seguire un’alimentazione vegetariana o vegana, coinvolgendo talvolta anche i più piccoli.
Al di là di quelle che possono essere le convinzioni che conducono a tale scelta, le opinioni nei confronti dei bimbi sono discordi.
In generale, medici e pediatri sostengono che un’alimentazione vegetariana, e soprattutto vegana, nella prima infanzia potrebbe generare carenze e consigliano di posticipae almeno dopo i tre anni questa scelta.
Nelle famiglie che portano in tavola esclusivamente cibi di questo tipo, è bene prestare la massima attenzione in caso di svezzamento naturale, monitorando costantemente la salute del piccolo e rivolgendosi al proprio pediatra di fiducia per ricorrere ad un’eventuale integrazione di quelle sostanze nutritive che potrebbero essere insufficienti o del tutto assenti.
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